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Il terremoto del 6 aprile 2009 aveva lasciato il CED dell’Ospedale de L’Aquila sotto le macerie: i sistemi erano ancora attivi nonostante le sale non fossero più accessibili, ma senza garanzie di affidabilità e continuità. La decisione del governo di organizzare il G8 a L’Aquila, insieme all’immediata disponibilità mostrata da Fujitsu, in partnership con Infoteam, a partecipare alla ricostruzione, ha permesso una rapida ripartenza dei lavori per il recupero del cuore informatico dell’ospedale, che ha portato alla sostituzione dell’intero parco macchine, ormai obsoleto, con nuove tecnologie basate sulla virtualizzazione. “Avevamo già pensato a un piano di aggiornamento e virtualizzazione del data center, per dare al nostro sistema informativo più sicurezza e stabilità, ma il terremoto ha reso il progetto più urgente”, spiega Maurizio Di Stefano, direttore del CED, Ospedale de L’Aquila. L’upgrade tecnologico del CED era da tempo necessario per far fronte alle aumentate richieste dell’ospedale: il numero di client è raddoppiato in pochi anni (oggi sono circa 500) e di pari passo è aumentata la mole di dati archiviata, mentre le prestazioni del sistema diminuivano con il passare del tempo.

L’intervento di Fujitsu, in collaborazione con il partner Infoteam, scelto per il suo know-how e conoscenza del territorio abruzzese, ma anche per la precedente esperienza nel settore sanitario, ha permesso non solo di rimettere in funzione in tempi rapidi (circa due mesi e mezzo) il CED dell’Ospedale de L’Aquila, ma anche di dotarlo di tecnologie allo stato dell’arte. “L’utilizzo del sistema blade con virtualizzazione comporta grandi vantaggi”, afferma Maurizio Di Stefano. “Innanzitutto è un ‘armadio’ preconfigurato poco ingombrante: noi l’abbiamo sistemato in una zona protetta da qualunque rischio di carattere strutturale e il trasferimento è stato molto più semplice che se avessimo dovuto spostare 15 macchine con relative attrezzature”. Notevole il risparmio di spazio e di energia: la vecchia sala occupava circa 250mq, mentre il server virtualizzato occupa solo 50 mq e consuma ovviamente molta meno energia per l’alimentazione e il raffreddamento. Altri elementi importanti: il data center viene controllato da remoto e il sistema è totalmente dinamico e scalabile. “Questo vuol dire che si può facilmente creare un nuovo server dalla consolle, mentre prima bisognava crearlo fisicamente, e aggiungere risorse o dischi allo storage senza spegnere la macchina”, spiega Massimo Di Remigio, Go Infoteam. “Se si verifica un problema in uno degli elementi, il sistema non smette di funzionare perché è ridondato sia per la parte server che per quella storage”.

“Case study Ospedale de L’Aquila”, E-Health care : innovazione e tecnologie in sanità, fascicolo: 2, volume: 2, anno: 2010, pp. 90-92.

 

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